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Definizione dei problemi.

Al momento, ci sono troppi costi e tempi di processo estremamente lunghi per un corretto funzionamento dei procedimenti civili transfrontalieri e nazionali negli Stati membri.

Per quanto riguarda i procedimenti transfrontalieri, tali procedimenti richiedono un tempo eccessivo, sia per la definizione che per la pronuncia di una decisione. Tra i problemi specifici vi sono la ricerca di un giudice in possesso delle necessarie competenze e la traduzione della citazione e dell’altro materiale pertinente, in una lingua comprensibile per il destinatario. Inoltre, i procedimenti civili transfrontalieri sono troppo costosi per la maggior parte dei cittadini, a causa dei costi elevati della traduzione dei documenti, del reperimento e della consulenza di esperti legali qualificati.

Un altro ostacolo, che i cittadini devono affrontare nelle controversie transfrontaliere, è rappresentato dalle interpretazioni divergenti dei diversi tribunali nazionali, anche quando si applicano le norme UE.

Anche la durata dei procedimenti nazionali è un problema comune alla maggior parte degli Stati membri.

Uno per tutti, in Italia, dopo i commenti di Jean-Paul Jean (curatore del rapporto Cepej), c’è un problema strutturale persistente. Per saperne di più vai a:

http://ec.europa.eu/justice/effective-justice/files/cepj_study_scoreboard_2014_en.pdf

Le analisi del livello per l’indicatore del tasso di liquidazione (totale dei casi non penali), nel primo e nel secondo caso, rivelano la capacità del sistema di gestire i casi in entrata riducendo al contempo gli arretrati. Per contro, in ultima istanza, il sistema sta generando arretrati (il livello per l’indicatore del tasso di liquidazione è dell’86%). Secondo il livello per l’indicatore del tempo di disposizione, la durata media dei procedimenti relativi a questi casi è considerevole (più di due anni per ogni caso), soprattutto per quanto riguarda il secondo e il terzo caso.

Gli attuali sistemi giuridici non valutano adeguatamente la possibilità di raggiungere un accordo tra le parti ma, piuttosto, cercano sempre di trovare la soluzione in norme giuridiche spesso divergenti rispetto ai desideri delle parti a seguito di un lungo e debilitante processo di confronto.

Come descritto nel Rapporto adottato dal CEPEJ in occasione della sua ottava riunione plenaria (Strasburgo, 6-8 dicembre 2006), le motivazioni del ritardo sono suddivise in quelle comuni a tutti i tipi di procedimenti:

Prima dell’inizio del procedimento, l’origine dei ritardi è dovuta alle seguenti motivazioni: “Distribuzione territoriale della giurisdizione dei tribunali; trasferimento dei giudici; numero insufficiente di giudici; uso sistematico di tribunali multi-membri (panchine); arretrato di cause; completa inattività delle autorità giudiziarie; carenze sistematiche nelle regole procedurali”.